Intervista ai Collisions

1 Maggio 2013

Leonello Tarabella da anni studia la tecnologia informatica applicata alla musica jazz che si esprime visivamente attraverso il riconoscimento gestuale, incontra il musicista Alessandro Baris che suona la batteria. Insieme ci raccontano la loro collisione

Due musicisti si sono incontrati per costruire e compiere una performance audio visiva col sistema di riconoscimento gestuale, diventato tuo motivo di ricerca e interesse dal 2008. Come nasce innanzitutto questa tua strada tra tecnologia e musica?

In realtà la ricerca inizia molto prima del 2008 perché la tecnologia utilizzata nella performance è stata ideata, progettata e realizzata come attività di ricerca CNR a partire dalla metà degli anni ’90, dove era già attiva una ricerca sull’informatica musicale. Il mio mestiere è infatti quello di ricercatore CNR presso l’Area della Ricerca di Pisa dove ho potuto sviluppare tutte le mie idee di musicista, relative all’argomento. Ed in effetti la tecnologia ha raggiunto il livello di efficienza e di utilizzabilità nel decennio successivo grazie soprattutto all’elevata potenza di calcolo dei personal computer che aumentava via via in modo considerevole e realmente operativo.

Un batterista come Alessandro Baris ci è sembrato perfetto per questo incontro. Come vi siete conosciuti e compresi?

Un’altra attività che ho svolto negli ultimi venti anni è stata quella di tenere un corso di Informatica Musicale presso la Facoltà di Informatica dell’Università di Pisa, in seguito al quale ho scritto un libro didattico/divulgativo di prossima edizione. Tra i tanti studenti che hanno svolto la loro tesi di laurea e che, come si può immaginare erano anche musicisti,  uno di essi mi ha presentato Alessandro Baris, che non è solo batterista, ma anche e soprattutto compositore particolarmente interessato alla tecnologia informatica applicata alla musica. L’intesa è stata immediata a tutti i livelli sia umani che di intenti progettuali.

Il DVD ci porta a pensare ad una sorta di allenamento prima della performance. Quanta composizione e quanta improvvisazione ci sono dentro al progetto?

Mi fa piacere che questo aspetto risulti evidente. Infatti tutta la performance è stata pensata e progettata come “dialogo” tra i due strumenti. Certamente la parte che più mi riguarda ha bisogno di una lunga e paziente fase di programmazione (nel senso più propriamente informatico) che implementa strutture e sonorità sintetiche. Ma è poi il momento esecutivo vero e proprio che “genera” la musica: sì, la parte dell’improvvisazione è presente ed importante. La tecnologia è stata progettata proprio per dare la possibilità, una volta che la composizione è stata preparata attraverso una meticolosa programmazione, di improvvisare nel senso più propriamente musicale e per la precisione jazzistico. Una particolare attenzione è stata posta per preparare l’esecuzione, quello che tradizionalmente viene chiamato “l’affiatamento”.

In cosa consiste la tecnologia gestuale che utilizzi? 

Si tratta di sistemi e dispositivi realizzati in modo originale e proprietari nell’attività di ricerca, che sono basati sulla tecnologia dei raggi infrarossi e sull’elaborazione in tempo reale di immagini ripresi da telecamera.  Le informazioni estratte dalla gestualità delle mani vengono usate per controllare in tempo reale algoritmi di sintesi audio attivi sul computer.  È in questo modo che è possibile suonare in modo estemporaneo ed improvvisativo. L’extra content del DVD lo racconta in modo essenziale ma preciso, e lo si può vedere sulla pagina facebook di Collisions, all'indirizzo https://www.facebook.com/photo.php?v=343847372393137. Ulteriori informazioni sulla mia personale attività di ricerca invece le si possono trovare sul mio sito web  http://tarabella.isti.cnr.it.

Da cosa parti? Quali sono i punti cardine su cui ti orienti?

Beh si tratta in ogni caso di un atto creativo. Ed in questo caso tutto, ma proprio tutto, deve essere inventato. Voglio dire: quando si compone musica per strumenti tradizionali, si tiene presente il sistema di riferimento tonale delle dodici note della scala temperata e dell’armonia, delle sonorità degli strumenti e anche della gestualità che gli strumenti, in un certo senso, impongono. Ma nel caso della musica informatica controllata da dispositivi originali, tutto deve essere inventato: sonorità, strutturazione, gestualità, spazio d’azione per l’esecuzione estemporanea, eccetera. Un’idea musicale deve essere sviluppata e realizzata attraverso opportuna programmazione e non è una cosa immediata. Per avere una situazione che durerà durante la performance pochi minuti c’è bisogno di giorni e giorni di sedute davanti al computer.

La batteria quanto ti è d'aiuto? Come la prostri alle tue manovre musicali? E cosa accadrebbe con un altro strumento aggiunto? Si perderebbe la parte minimale?

Una risposta articolata per entrambe le domande. Penso, dopo il risultato, che la batteria sia l’unico strumento che faccia la giusta “coppia”  con il sistema informatico. La “collisione” è per l’appunto l’incontro tra due mondi distanti tra loro: quello primordiale delle percussioni e quello tecnologicamente avanzato dell’informatica. Perciò, più che un utilizzo per le “mie” manovre  musicali, direi che ciò che risulta è un dialogo equilibrato tra questi due mondi. Devo dire di più: molte di quelle che io chiamo “situazioni” o “microcosmi” musicali, le avevo preparate e proposte prima dell’incontro con Alessandro. Con lui le abbiamo ripensate insieme per dare loro una nuova strutturazione organica che a noi piace definire  “narrazione”. Mi è difficile pensare ad un altro strumento diverso dalla batteria.

Dove e come è stato registrato il disco?

Abbiamo registrato nel Teatro di Lari, un piccolo borgo medievale vicino Pisa, avvalendoci della  collaborazione di due cari amici come Ivan Rossi alla regia audio e Giuliano Kraft (e la sua troupe della TV d’Area del CNR di Pisa) alla regia video. La ripresa video ed audio è stata fatta in un pomeriggio, mentre per il montaggio abbiamo impiegato qualche mese.

Quando pensi alla tua musica cosa ti viene in mente?

Questa è una domanda difficile... cioè, la risposta è difficile. Sai, la musica, per chi la fa, è sempre estraniante ed introspettiva, perciò è un po’ come andare in un’altra dimensione.

Il tuo approccio alla musica, potrebbe essere paragonato a quello di un cantante, che usa la propria voce come uno strumento. Come lo vivi?

Lo vivo da jazzista...La mia formazione accademica è quella di informatico e quella musicale è nell’ambito della musica jazz. Io suono il sassofono contralto e quindi il mio approccio (e tutta la tecnologia informatica che ho sviluppato) è nella direzione della riproposta in chiave tecnologica della filosofia della musica jazz.

Quali musicisti ti hanno ispirato per questo disco e chi ti ha 'folgorato' a vent'anni, quindi negli anni della formazione?

...anche prima dei miei vent’anni sono stato folgorato, come dici tu,  da Bird (Charlie Parker), da John Coltrane, Eric Dolphi, Cannonbal Adderley...

Com'è nata la collaborazione con Ema records che ha prodotto il disco?

Avevo già prodotto con loro un CD (solo musica) qualche anno fa e quindi li ho ricontattati in occasione di questo DVD.

Presenterete dal vivo questo DVD?

Certo, è l'aspetto che più ci interessa. Stiamo lavorando per intensificare appunto l'attività live, a partire dal prossimo autunno, con l'ausilio manageriale e promozionale di Promorama. Per ora abbiamo suonato principalmente in Toscana e in Emilia Romagna, riscuotendo consensi sia negli spazi prettamente culturali quanto in club indie rock.

Per avere il DVD a casa, cosa bisogna fare?

È disponibile nella sezione “shop” del nostro sito www.collisionsmusic.com, dove in apertura si può guardare un breve trailer che riassume gli episodi del DVD. Per ordinarlo basta inviare una mail a [email protected]

 
 
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