La strage di Once - Buenos Aires

Il treno d'Argentina

25 Febbraio 2013

Buenos Aires
@IvanGrozny3

In Argentina, di binari abbandonati se ne vedono tantissimi. Se ci si muove dalla capitale, tutto intorno ad essa e perfino se si utilizzano treni e stazioni, ci si trova in mezzo a rotaie dismesse. Inutilizzate. Coloro che scelgono questo mezzo, o che sono costretti ad usarlo, hanno molta pazienza. Questo da quando, una quindicina di anni fa si è deciso di privatizzare e le cose sono andate come potrete immaginare. Smembramento della rete esistente, chiusura di moltissime tratte. Rimangono solo quelle che collegano la capitale con le zone limitrofe. 

Se ne servono milioni di persone, che viaggiano in condizioni davvero difficili. I pendolari, come diremmo noi. Gente che va a lavorare o a studiare, per lo più. E' raro trovarci qualche turista, anche se può capitare. Ma gli argentini, non solo quelli che li utilizzano che sono davvero tanti, hanno nella memoria quanto accaduto lo scorso anno.

Il 22 Febbraio 2012: La strage di Once, una stazione di Buenos Aires.

Il treno si è schiantato senza possibilità di frenata, tali erano le condizioni della locomotiva. A tutta velocità contro la stazione. Ci hanno pure provato a scaricare la colpa sull'operatore, morto anch'esso. Ma non ha retto un attimo questa versione.
Hanno perso la vita 51 persone, altre 670 sono rimaste ferite. Inutile dire che, come già a suo tempo sono emerse le solite pericolose relazioni tra politici e presunti imprenditori. Che oltre a ricevere l'appalto dal Governo si facevano versare quote da milioni di pesos dallo stesso per garantire il servizio ai cittadini. Emblematica la vicenda dei fratelli Cirigliano, ai quali Menem in pratica regalò le ferrovie. I soldi che arrivano alle aziende che dovrebbero investire in sicurezza e manutenzione è inutile dire che non vengono impiegati a tale scopo. E se li intascano manager senza scrupoli, come ce ne sono tanti anche da noi.

È una vicenda ai quali i media, l'opinione pubblica, la gente, da massima attenzione. E aspetta.
Perché vuole verità e giustizia.
Già, verità e giustizia.

Quante volte ho letto questo frase questa mattina sui muri di ESMA, una delle caserme che il regime utilizzava per torturare le persone. Per farle sparire. Nei modi peggiori che si possono immaginare. Era il campo dell'aviazione, una finta scuola ufficiali che nascondeva barbarie. Ed era vicino all'aeroporto dove le persone venivano, dopo essere sedate, caricate su aerei che raggiunto l'Oceano, o più semplicemente il Rio de La Plata, venivano fatte precipitare nel vuoto. Vive.
Questo era il regime che terrorizzava fino allo stremo, come se non bastasse la morte. Tra il 1976 e 1983 spariscono trentamila persone. I desaparecidos.

Per i cosiddetti voli della morte c'è della gente alla sbarra in questi giorni. Piloti, quindi becera manovalanza. Schifosamente consapevole, ma manovalanza. Molti di quelli che le hanno preso certe decisioni stanno invecchiando dicendo che in fondo avevano ragione, visto come vanno le cose oggi. Minoranza subito zittita, ma è per questo che le due vicende,anche se qui nessuno lo ammette, ci diranno per come si concluderanno molto di ciò che sarà la situazione politico sociale dei prossimi anni.

Verità e giustizia. Il treno che l'Argentina, ma dovremmo dire nessun Paese, dovrebbe perdere.

 
 

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