Quando si subisce un goal si canta ancora più forte. E cantano tutti. Non fa differenza il settore che si occupa. Cantano tutti a squarciagola.

La Boca. Un quartiere, una squadra, una città.

Boca Jrs vs Toluca

14 Febbraio 2013

La Plata – Argentina
@IvanGrozny3

La Bombonera, lo stadio del Boca Jrs, è nel pieno de La Boca. Un barrio (così si chiamano i quartieri) dei più suggestivi che mai ho potuto visitare. Tempio del tango, coloro che vivono qui sono discendenti di immigrati. Anche, anzi soprattutto, italiani.
La Boca è un quartiere coloratissimo, e questa vitalità contrasta con la povertà di chi ci vive. È quella creatività che consente di ribaltare le situazioni, tipica dell'America Latina.

La squadra di football è una componente imprescindibile. Tifata in tutto il Paese, la squadra degli xeneises, i genovesi, appunto, è il fiore all'occhiello del quartiere. È chiaro che politica e affari hanno sempre approfittato di questo, basti pensare al Berlusconi locale, Macri, che per anni ne è stato presidente. Ha usato la sua popolarità come presidente vincente per poi diventare governatore di Buenos Aires. Città che gode di una sua autonomia, e dove vive la metà popolazione argentina.
I segni della crisi sono evidenti ancora oggi. E il calcio rappresenta appartenenza e riscatto. Per questo i politici ne approfittino sempre e ci si buttino a pesce.

Lo stadio è sempre pieno, nonostante il prezzo del biglietto non sia proprio a buon mercato. Ma alla partita non vuole rinunciare nessuno. Poi la maggior parte delle persone sono associate al club, e questo consente loro di beneficiare di forti sconti. Pagano la metà del prezzo in ogni settore. E non fanno mai mancare il loro apporto alla squadra. Ho assistito a Boca Jrs vs Toluca, formazione messicana, partita valida per la Copa Libertadores, la Champions sudamericana. Inserita in un girone di ferro, il Boca Jrs è partito male, venendo sconfitto in casa per 2 a 1. Uno stadio gremito ha incitato anche dopo la fine della partita la squadra, cosa che ho visto accadere anche in Brasile. Mi piace questo aspetto del calcio latino americano. Quando si subisce un goal si canta ancora più forte. E cantano tutti. Non fa differenza il settore che si occupa. Cantano tutti a squarciagola. Aspetto curioso che i cori non si ripetono praticamente mai, e il repertorio è vastissimo. E tutti ne conoscono i testi. Canzoni vere e proprie, con strofe e ritornelli. Quando a poco dall'inizio della partita, dopo un brano degli Ac/Dc che mette il punto alla questione, sparato a volume esagerato dagli altoparlanti, è il momento di lasciare spazio alla gente e alle sue voci, non si può descrivere l'atmosfera che si crea.

È un'emozione fortissima, è inutile girarci intorno. Un'emozione che colpisce anche chi non ha sempre (?!?!) chiaro il senso dei cori. In Italia siamo abituati ad ascoltare le curve, anzi direi a subirle. Per lo più cori contro. E quando si subisce un goal, si impreca. Qui no. Che tu sia in tribuna, in palco o nel settore più popolare che ci sia, si canta.

In Brasile la passione è tanta, ma qui si supera qualsiasi limite. Me lo avevano preannunciato, ma non mi aspettavo una cosa così. Lo stadio è sempre pieno, e devo dire che trovare i biglietti è stata una fortunata casualità. Molto fortunata.

La partita passa in secondo piano rispetto a tutto quello che ci sta intorno. Perché già arrivando allo stadio, che si può raggiungere solo a piedi, l'atmosfera del quartiere, il profumo di carne alla griglia cucinata e venduta per strada, la gente festante che va allo stadio che si mescola con quelli del barrio che magari stanno tornando dal lavoro è qualcosa di molto particolare. Una cosa che ho notato anche in Brasile è che le squadre che sono radicate nei quartieri hanno un qualcosa in più. Si può essere popolari come il Flamengo, ma vuoi mettere l'aria che si respira a Santos attorno a Vila Belmiro? Qui è lo stesso.
Il River Plate, la maggior rivale del Boca, non ha un barrio di riferimento nonostante sia una squadra con un seguito di tifosi impressionante. Come si dice qui “Boca tiene aguante”.

Dopotutto, lo slogan del club è “la mitad màs uno”. Una massima che sta ad indicare come questa sia la prima squadra di argentina, anche se di una sola unità. Ma pure sempre uno di più di quelli de la banda, il River Plate. Ma di loro, dei cosiddetti milionarios ne parliamo nei prossimi giorni.
Per la cronaca, il match al quale ho assistito è stato vinto 2 a 1 dagli ospiti messicani. Calcio, quello messicano, in assoluta ascesa, ma questa è un'altra storia di cui magari un giorno ci occuperemo.

 
 

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