Il report dello spettacolo del Teatro Toniolo - 19 Gennaio 2013

La torre d'avorio di Ronald Harwood

con Luca Zingaretti e Massimo de Francovich

22 Gennaio 2013

Nella Germania nazista era moralmente lecito che un artista contrario al regime continuasse ad esercitare in patria, dando lustro alla propria perversa nazione?
O l'arte nei regimi totalitari non può che essere collaborazionista?
E perché lavo ogni volta questa mia unica camicia a novanta gradi e il colletto resta sempre opaco?

Oggi ho la soglia d'attenzione di un ragazzino a catechismo, però rimane il problema: perché devo sempre vestirmi in modo così sciatto? Vado pure a vedere Montalbano a teatro, ci sarà un esercito di madri pronte a giudicarmi e rimbrottarmi! Se mi urlassero “Sembri sei il figlio di nessuno” mia madre ne sarebbe dilaniata.

Ma torniamo in argomento: Montalbano, si diceva, cura la regia e interpreta “La torre d'avorio”, di Ronald Harwood, ai più noto come lo sceneggiatore de “Il Pianista” di Polanski.

1946, Berlino Ovest: Zingaretti esce dal suo ingombrante personaggio televisivo ed entra finalmente nei panni di uno sbirro che fa interrogatori. Qui, in piena denazificazione della Germania, mentre a Norimberga va in scena lo spettacolo della punizione, uno sbirro americano è incaricato di raccogliere prove e dichiarazioni sul direttore d'orchestra Wilhelm Furtwängler, orgoglio di tutti i tedeschi e vera stella internazionale dell'epoca al pari del nostro Paganini. La volontà degli Alleati di mettere sotto scacco... SPEGNI IL CELLULARE, CIALTRONA! La volontà degli alleati di... ANCORA?!?
Ecco, si alza: maledetta obesa dallo sguardo vacuo, fuori di qui! Sei la vergogna di tutta l'intelligentia mestrina! Shame on you!

Scusate, riprendiamo. Ora ci sono, ho occhi solo per lo spettacolo. Inizia l'interrogatorio, lo sbirro americano Arnold è ben diverso dallo sbirro Montalbano: è un uomo rozzo, ragiona per preconcetti, sciorina tutto tronfio tecniche di interrogatorio abbastanza ridicole. Il confronto è serrato... ANCORA?!? Uh, arrivano le maschere! Sei carne morta, cotechino impellicciato! Eccoli, chiedono al vigile del fuoco in sala, gliela indica, la prendono per un braccio e la portano fuori! Massacratela! Tu e la tua suoneria del menga!

Ficata 'sto spettacolo, mai visto scene del genere! Ma giriamo la testa e torniamo a guardare il palcoscenico. C'è una donna che urla tre minuti e poi scompare a godersi il suo giorno di paga, gli interrogativi morali si stratificano e innalzano mura sempre più alte per la Babilonia delle incomprensioni e dei punti di vista: “l'arte è libertà, l'arte è gioia e verità nei momenti bui” vs “l'arte qui c'entra poco, qui c'entrano i festini che lei si faceva in camerino grazie ai favori del regime, lei disprezzava Hitler ma mangiava dal suo piatto, ha pure dei figli illegittimi che dimostrano non ho ben capito cosa”.

Due ore e venti così, e tosto finisce lo spettacolo: tripudio per Zingaretti, la madri si voltano verso i figli per chiedere: “l'hai registrato? Dimmi che l'hai registrato”, ma i figli non ci sono, sono tutti a Marghera al concerto degli Asian Dub Foundation.

Io credo di essermi distratto un po' troppe volte per darvi un giudizio obiettivo, ma non credo sia esclusivamente colpa mia: l'argomento è un poco trito, gli attori sono statici, la scenografia alienante. Fuori dal teatro, sotto il diluvio, una carcassa grassa giace zuppa e pesta sul selciato di una via laterale, mentre la suoneria ancora trilla nel vuoto.

 
 

Links utili:

La programmazione della stagione 2012-2013 del Teatro Toniolo
Il sito ufficiale del Teatro Toniolo di Mestre

Dettagli:

La torre d'avorio

di Ronald Harwood

con Luca ZingarettiMassimo De Francovich

con: Peppino Mazzotta, Gianluigi Fogacci, Elena Arvigo, Caterina Gramaglia

Traduzione Masolino d’Amico
Scene: Andrè Benaim
Costumi: Chiara Ferrantini
Luci Pasquale Mari

Regia: Luca Zingaretti

 
 
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