Recensione di un movimentato caso editoriale pubblicato da Transeuropa

Seventy Sex - Janis Joyce

Transeuropa, 2011

15 Marzo 2011

Recensione

Un libro senza trama, ma pieno di sesso. In termini eufemistici un libro della cui trama si fatica a cogliere il senso. Al contrario la descrizione degli ardori sessuali della protagonista non pecca certo di dettagli. Insomma un caso editoriale del tutto nordestino che ha trovato immediatamente spazio televisivo nel reality show dei telegiornali: Studio Aperto (visibile a questo link).

Nella sua audace matrice erotica, Seventy Sex, edito da Transeuropa, racconta i traumi adolescenziali di Nico, una ragazzina di Schio, in provincia di Vicenza, che grazie ad un orgasmo infantile, del tutto casuale, scopre il piacere che il proprio corpo le può dare. Da questo episodio prendono forma i vari incontri sessuali della giovane, primo su tutti quello tra la protagonista e la sua migliore amica; un rapporto che viene descritto con una tale naturalezza e una tale densità di parole da far percepire al lettore come il sesso con una persona del proprio genere sia solo una forma più completa di masturbazione individuale e non un percorso di forte coinvolgimento emotivo. L’approccio con l’altro sesso, invece, appare l’unica meta che le ragazze si sono proposte di raggiungere: niente amore, niente passione, solo sesso. Per ironia della sorte, questo desiderio pare realizzarsi per Nico: tutto sfuma in un banale e fugace rapporto estivo, lasciandola pure in dubbio sull’effettiva riuscita della sua deflorazione.

Ad un tratto la giovane protagonista, grazie alle conoscenze dell’amica Silvia, riesce ad invaghirsi di un ragazzo, ma anche questo spunto degno di approfondimento viene lasciato cadere nel vuoto. Certo è che, con il susseguirsi di queste minuziose descrizioni di amplessi e rituali perversi di accoppiamento, l’autrice riesce a mantenere viva la curiosità del lettore: un plauso alla fluidità e alla scorrevolezza del suo stile di scrittura.

La carenza qualitativa però si manifesta nella noncuranza del lato emozionale della storia: il fremito dell’innamoramento, le gioie e i dolori dei giovani amori, la mobilitazione delle coscienze prodotta dai turbamenti adolescenziali e, considerando l’ambientazione, il fascino degli anni della libertà sessuale. La grafica di copertina, con i suoi accattivanti colori bianco, nero e fucsia, riporta alcuni fatti che si ritrovano nel libro solo marginalmente. Tutto questo fa parte dell’abile strategia di lancio del libro, che si misura senz’altro in copie vendute, ma non necessariamente in soddisfazione nell’acquisto: richiamare un’ambientazione storica come quella degli anni 70, nella quale vivono un paio di adolescenti arrapate, inventare il nome dell’autore (evocando impropriamente personaggi del calibro di Janis Joplin e James Joyce) e soprattutto indire un concorso a premi per chi indovinerà la reale identità della scrittrice, pare funzionare. Chiariamo: se in tutto ciò ci fosse un riscontro qualitativo degno di nota, ben venga! Tra l’altro in palio ci sono 500 euro in libri, cosa più che onorevole.

Il marketing ha qui sortito i suoi effetti subliminali creando un “prodotto” culturale esteticamente attraente, ma carente di sostanza. Inutile negare che gli anni settanta siano stati una fucina di personaggi ed avvenimenti in grado di carpire l’attenzione anche del meno avvezzo alla lettura. Ogni libro è un veicolo culturale importantissimo, necessita di una massiccia pubblicità e di azioni promozionali, ma non può mai prescindere dalla pienezza dei suoi contenuti.

Probabilmente Janis Joyce è una scrittrice navigata che ha voluto cimentarsi con qualcosa di molto leggero o forse è solo l’opera prima di una scrittrice alla Melissa P. In ogni caso attendendo novità sul fronte identità dell’autrice, auguro a tutti i Sherlock Holmes dell’occasione un sincero in bocca al lupo!

 
 

 

Titolo: Seventy Sex
Autore: Janis Joyce
Genere: Narrativa
Editore: Transeuropa
Anno: 2011
Prezzo: 12,90 €

 

 
 
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