Quintorigo - Quintorigo Experience

Recensione di Quintorigo Experience

I Quintorigo sono abituati da sempre a cimentarsi con cover e omaggi illustri, da Heroes di David Bowie a Higway Star dei Deep Purple fino al bellissimo album Quintorigo play Mingus (2008).

Nell'ultima prova hanno affrontato, con grande coraggio, il repertorio di una divinità del rock, il miglior chitarrista di tutti i tempi, un rivoluzionario del suono elettrico: Jimi Hendrix.

Quintorigo Experience ferma su disco un progetto nato dal vivo e già molto apprezzato dal pubblico. Questa sorta di antologia raccoglie i brani più famosi di Jimi Hendrix, forse scontati, ma per questo anche più impegnativi, che la band romagnola rilegge alla propria maniera “jazzy” senza snaturarne l'essenza ruvida e calda.

Un viaggio interessante che mescola l'eleganza pulita degli archi all'energia sporca del rock e del blues e si concede persino qualche ardita divagazione in territori sonori inaspettati. È proprio così che il disco prova a coinvolgere l'ascoltatore, vestendo queste canzoni conosciute da tutti, parte integrante dell'enciclopedia del rock, con un abito insolito dalle rifiniture preziose. Quattordici brani arrangiati e suonati splendidamente, che però non sempre riescono ad avere la stessa spinta comunicativa degli originali.

Ma è umanamente possibile essere potenti quanto Jimi?

Insieme ai quattro Quintorigo – Valentino Bianchi al sax, 
Andrea Costa al violino, Gionata Costa al violoncello e Stefano Ricci al contrabbasso – nell'album troviamo alcuni ospiti d'eccezione a prestare le loro voci, come Eric Mingus (figlio del grande Charles), Moris Pradella e Vincenzo Vasi, che regala anche alcuni interventi del suo magico Theremin.
A completare la line-up (poi anche sul palco) sono il percussionista Antonio Bianchi e il pianista Michele Francesconi.

Vale la pena vedere Quintorigo Experience dal vivo, il sudore è indispensabile a queste canzoni.