Dream step

Se il dream pop cambia passo

13 Novembre 2012

Una ragazza minuta con voce angelica tanti anni fa cantava di personaggi dai strani nomi (Ivo Lorelei Beatrix Persephone Pandora Amelia Aloysius Cicely OtterleyDonimo) accompagnata da i gemelli Cocteau. Di lì prese il volo un sound chiamato dream-pop, un genere mai passato realmente di moda, ma che ogni tanto riprende il volo inebriando il nostro cuore.

 

La retro-mania, il recupero di sonorità passate è oramai la principale ispirazione delle miriadi di uscite sonore dei nostri tempi, ed è oramai molto indagata e discussa. A ben vedere la musica si è sempre nutrita del proprio passato, ma solo quando a questo riesce a cambiare il passo crea quella vertigine che ho sempre amato nel suono.

 

Il dream pop qualche volta ci riuscito trasformandosi in shoegaze e recentemente in quel hype chiamato chillwave.

 

Io ho sempre cercato chi ha la forza di agire sul tempo, di essere tempo, consapevole dell'importanza di certo passato, ma con i piedi nel presente e lo sguardo ai risvolti futuri.

 

Ma quanti artisti sanno darci oggi questa vertigine del tempo e dei suoi paradossi, in un mondo sonoro dove il tempo viene ingabbiato, immobilizzato, narcotizzato (radio/festival '80, i mitici '60/ 70 e serate a tema di revival vari ecc.) con l'intento di privarlo degli effetti anarchici che il sentimento del tempo può generare? Non molti in verità.

 

Allora quando sentite il suo brusio fate attenzione perchè accanto al fruscio di sonorità passate, mischiate ad esse forse sentirete qualcosa che lo spinge oltre, ed ecco che i fantasmi del passato rivivono, ridiventano attuali e non solo sbiaditi ricordi e vecchie nostalgie.

 

Il corpo emozionale è stato ed è il piano su cui si svolge la più delicata ed estrema delle battaglie, per renderlo apatico bombardandolo di cose già sentite, immobilizzando il tempo, scongiurando i balzi in avanti. Ecco che i più restano ancorati alla musica ascoltata da “giovani” e fanno la fine di quelli che ascoltano tutta la vita quello che ascoltavano quando avevano 20 anni!

 

Certo alcuni dischi “dream pop” degli inizi restano insuperabili, ma se gli elementi usati diffusamente nell'underground negli ultimi anni (voci balbettanti, chopped beats, indizi di witch e wobble dubstep, le pitched-down post-Burial vocals) si fondono con quelle fiabe sonore, quest’ultime possono diventare inni di una resurrezione emozionale.

 

 
 

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