Because Diserzioni

Dubbi amletici e resistenza. Con qualche considerazione sull'attuale

18 Ottobre 2012

In questi giorni ho riflettuto molto sull'opportunità o meno di continuare a trasmettere.

La difficoltà nel collocare una trasmissione particolare in palinsesti fm che rincorrono sempre più standard generalizzati (per tutti), e parallelamente il proliferare di streaming di ogni genere in rete, mi hanno fatto quasi desistere.

Poi una pagina pubblicitaria su una vecchia rivista di cinema che reclamizzava una fotocamera digitale della Sony mi ha illuminato in questione con lo slogan: “Don’t think, Shoot”. Non pensare, scatta.

Il mercato globale ha bisogno di scatti senza sguardi, di produrre segni-immagini anche privi di significato, anzi meno sguardi- creatività ci sono al lavoro, meglio è, bastano le dita che producano-consumano segni senza senso, sostituibili, cancellabili.
I touch screen dei nostri dispositivi multimediali pronti all'usa e getta continuo.

Al contrario credo ci sia ancora bisogno di sguardi, occhi, di suoni e orecchie che sanno di non potere fare a meno del pensiero e che creino narrazioni altre, altro senso, c’è soprattutto bisogno di creatività che trasformi.
Soprattutto oggi, in tempo di crisi anche musicale, dove il bombardamento di suoni embedded creano un eccesso di onde sonore che inondano e offuscano la biodiversità sonica.

Oggi abbiamo bisogno di fermarci a capire e di costruire il nostro paesaggio, sentiamo l’esigenza di una sorta di ecologia sonora.

Per questo non basta coltivare il proprio ascolto casalingo, ma bisogna resistere anche in quei piccoli spazi di etere che restano liberi, usare il suono per produrre un senso alternativo, "mettersi in mezzo" alla realtà, per narrare dell'altro e aprire qualche contraddizione.

Non so se ci sia bisogno di Diserzioni, ma fino a che ci saranno suoni in grado di stupire ci sarà sempre la speranza di stupirvi. Di sorprendervi e di sorprenderci.
Come sempre.

 
 

Link utili:
Diserzioni su Sherwood.it

 
 
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