Due racconti militanti dei maestri del noir Camilleri e Lucarelli dalla raccolta "Giudici"

ReadBabyRead #97 dell'1 novembre 2012

Carlo Lucarelli: "La Bambina" (4/4)

1 Novembre 2012


Carlo Lucarelli


La Bambina (parte 4 di 4)


per info su Franco Ventimiglia e Claudio Tesser:

Lettura e altri crimini


Legge: Franco Ventimiglia



Giudici


Come si intuisce dal titolo del libro (Einaudi, 2011), i protagonisti delle tre storie sono tre giudici. Tre figure raccontate umanamente e professionalmente lungo una cronologia che passa dal racconto post unitario di Camilleri, attraversa la fase degli anni di piombo in cui è ambientato il racconto di Lucarelli per arrivare fino ai nostri giorni con De Cataldo.

"Giudici" sembra un po' uno di quei film a più episodi, e di conseguenza più registi, in cui un tema centrale viene rappresentato con differenti poetiche. Nel caso del volume edito da Einaudi, nella collana Stile libero big, la figura del giudice/magistrato viene messa in scena da tre grandi scrittori italiani: Andrea Camilleri, Giancarlo De Cataldo e Carlo Lucarelli. In tutti e tre i racconti convivono l'uomo e il ruolo istituzionale, e nelle pieghe di questa convivenza emergono le difficoltà di una professione come quella del giudice. Camilleri, De Cataldo e Lucarelli scelgono esempi positivi, ma senza toni epici. Perché la grandezza morale del difensore dello Stato, del rappresentante della Legge, che fa di tutto per muoversi sempre dentro il sistema, dovrebbe essere un fatto normale, senza alibi. C'è una lettura del volume, quella storica, che conferisce alle diverse narrazioni un senso di corpo unico. Perché le tre diverse ambientazioni temporali (Post Unità d'Italia, Anni di Piombo, Oggi) dei racconti, evidenziano come la storia del nostro Paese, fin dalle sue origini, abbia viziato la corretta amministrazione della Giustizia, sgambettando il percorso dei suoi più integerrimi rappresentanti.

Il secondo racconto, "La Bambina" di Carlo Lucarelli, è ambientato nella Bologna del 1980, dove nelle frasi finali viene evocata la strage fascista alla Stazione del 2 agosto. Il brigadiere Ferrucci Ivano, detto Ferro, lavora nel servizio scorte. Ha 56 anni, di cui 37 passati in Polizia, ed è pronto ad andarsene in pensione. Un giorno, per un cambio di servizio, gli viene assegnata la protezione di un giudice donna, La Bambina, per l'appunto. Giovane, minuta, "topolina": gli ricorda molto sua figlia. L'incarico sembra piuttosto semplice, d'altro canto La Bambina sta seguendo solo un caso di bancarotta fraudolenta: "La scorta serve a quelli che fanno le inchieste sulla politica, serviva al povero Amato, ammazzato così alla fermata del tram". Il fatto è che dietro l'inchiesta apparentemente innocua seguita dalla Bambina si apre ben presto un abisso pericolosissimo che vede coinvolta quella parte di Stato che con uno Stato non dovrebbe mai avere nulla a che fare. E Valentina, questo il nome del giudice, riesce a capire sulla sua pelle e a costo di una vita, quanto possa essere pericoloso e difficile rappresentare la Legge. Una battaglia a suon di omicidi e altri efferati delitti. Una serie di crimini che modellano una storia torbida, dove gli attori sono poliziotti corrotti e istituzioni deviate.

Dopo Grazia Negro, l’ispettrice di polizia specializzata in crimini violenti e protagonista di diversi suoi romanzi, Lucarelli forgia un’altra eroina femminile. Un personaggio atipico, ma amabile e ammirevole.

Il racconto del giallista di Bologna è avvincente e ricco di colpi di scena, che lasciano senza fiato il lettore. Lo stile è quello tipico di Lucarelli: colmo di costruzioni paratattiche e paragrafi non troppo lunghi. Le descrizioni dei luoghi e dei protagonisti sono ben fatte e la scorrevolezza complessiva del testo è ottima. Lucarelli, che introduce ne "La Bambina" anche dei riferimenti musicali a Pino Daniele e ai Cure, si avvale di un fraseggio intenso ed efficace, un espediente narrativo che Lucarelli ha già utilizzato in passato con romanzi come "Un giorno dopo l’altro" e "Almost Blue", aggiungendo al racconto anche una colonna sonora che accresce il potenziale immersivo della narrazione, irretendo il lettore all’interno della vicenda. La storia è perfettamente organizzata e i personaggi dipinti con evidente, grande maestria.

Francesco Forestiero


Le Musiche, scelte da Claudio Tesser

Joy Division, Atrocity Exhibition (Joy Division)
Pino Daniele, Je so' pazzo (Pino Daniele)
The Cure, A Forest (Robert Smith)
Joy Division, The Eternal (Joy Division)
Joy Division, Atmosphere (Joy Division)
Joy Division, Decades (Joy Division)
Caetano Veloso, Cuccuruccu Paloma (Alberto Iglesias)
Gianni Togni, Luna (Gianni Togni)
Astrud Gilberto, Manha De Carnaval (Luiz Bonfá/Antonio Maria)
Elis Regina, Fascinação (Fermo F.D. Marchetti/Maurice Dominique Feraudy)
Damien Rice, Eskimo (Hidden Track#2: "Silent Night" sung by Lisa Hanningan)
Joy Division, Love Will Tear Us Apart (Joy Division)
Quartetto Italiano, String Quartet #15 In A Minor, Op. 132, "Heiliger Dankgesang" (Ludwig Van Beethoven)

 
 

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un'immagine della strage fascista alla Stazione di Bologna del 2 agosto 1980 (foto di Paolo Ferrari), evocata nelle frasi finali del racconto "La Bambina" di Carlo Lucarelli.

"In quel momento un boato si schiantò fortissimo nell’aria immobile di agosto, seguito da un rombo che restò a rotolare nel cielo come un tuono infinito. Molta gente sotto i portici era caduta a terra per la sorpresa, e anche Sanna e Valentina erano in ginocchio sul marciapiede, la testa incassata nelle spalle, a tenersi le mani.
Poi si alzarono e uscirono da sotto il portico, nella strada, e videro una colonna di fumo che si alzava, gonfia e nera, là dove c’era la stazione."

 
 

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