Foo Fighters, live @ Villa Manin, Codroipo, Udine

Because Rock'n'Roll never dies! Never!

14 Agosto 2012

Ok, sono loro. A 10 minuti da casa mia. 
I Padri putativi di molte delle velleità della generazione 80, rediviva e supersiste dai vari scazzi post laurea, post adolescenziali, post punk, post rock, post annizero, post su fb e così via. I FOO FIGHTERS.

Se hai più di vent'anni e meno di quaranta, e hai provato a suonare musica rock con gli amici in cameretta, nei garage, o alle feste senza riuscire a limonare per giunta, devi esser passato dalle tablature dei Nirvana a quelle dei Foo Fighters.
Trattasi di un rituale generazionale, tipo l'esame delle medie.

Ma partiamo con ordine.
Cornice più che suggestiva, Villa Manin, vila veneta in cui ci è passato pure Napoleone. Moltissima gente, sciamano accenti da tutte le parti d'Italia, laziali e toscani subito riconoscibili ma non solo. Inglesi, tedeschi, lingue dell'est.

Il palco poi risalta per la particolare struttura. Al colpo d'occhio, ricorda il monolite nero, di 2001 Odissea Nello Spazio.

Ok l'onere e l'onore di scaldare i primi animi spetta ai Gaslight Anathem, punk rockers dal New Jersey, molto tatuati, molta attitude.
La loro confusione gioiosa/ribelle 'miladodici, mescola momenti di Punk 77 a ballatone furbette come la loro "45" tratta dal loro ultimo disco Handwritten, carica di richiami a certi giorni verdi. Un po' acerbi forse, ma sicuramente emozionatissimi, per dover suonare prima dichivoibensapete.

Passaggio di testimone a Bob Mould, voce che fu degli Husker Du. In grandissima forma, sembra rinato, o forse è un sosia. Dai, non mi dilungo, tutti sanno chi sono gli H.Du. E in caso uscite da questo report, e fate lavorare youtube.  Il momento più bello per lui, arriverà dopo.

N.B. Tabelle di marcia rispettate al minuto, quasi in anticipo sui tempi. Suonate, uscite, cambio palco e via; cosa non proprio diffusa, segno del gran lavoro organizzativo e tecnico dietro a quest'evento. 21.15 si era detto, 21-15 giunse il momento.

Chitarroni, luci abbassate. Taylor Hawkins nel suo biondo furore è il primo a salire sul palco, gli altri lo seguono alla spicciolata, finchè ovviamente giunge il buon David Eric. Nessun "Ciaaoh Ittalìa" da parte dei Foos, White Limo è il ben venuti. 
Palm Mute, All my life che così, senza avvisare è un colpo basso. È come iniziare una  serata partendo dall'hangover, e io ho ancora la birra e c'è pure caldo, e lo spread, e questi cazzo di anni zero,  e rischio di sporcare la tipa carina davanti a me, ed inizia Rope. Parte il tumulto, che deflagra poi con The Pretender.  

Ciao birra, ciao tipa, ciao a tutti. Se queste sono le premesse lanciamoci, "we'll never surrender". Never ever. 
Ussignur, piovono bombe; e My Hero

"Mandi Uddineeh" dice Dave. (traduco, per tutti: mandi è il saluto universale in dialetto friulano, significa contemporaneamente ciao e arrivederla esimio collega, NDR). Complimenti, dobbiamo venire più spesso, dice Dave. L'Italia è un posto fantastico, e noi vogliamo suonare il più a lungo possibile aggiunge. Detto, fatto (il concerto è durerà quasi 3 ore).
E da qui in poi, mi lancio, mi perdo fino alla prossima chiacchierata della band.
Generator, un paio di pezzi che non conosco, perchè salto ed urlo parole alla cazzo e non ho tempo per pensare al testo, Learn to Fly e il mood cambia virando verso le produzioni più "tranquille" della Band.

Pausa, e presentazione del gruppo in stile Grohl, ovvero dedica affettuosa ad personam ed assolo dell'interpellato. 

Due ore di live, serrate, intense, ad altissimo livello, e potrei dilungarmi in una miriade di descrizioni filo-hipster sull'etica del musicista, dell'eredità del grunge, del suo peso sociale, del fatto che per anni loro sono stati considerati (e da qualcuno tutt'ora) "la band di quello che suonava con i Nirvana" eccetera eccetera. O concludere tirandomela dicendo "be si bravini ma", invece no. Ancora adesso, fatico a credere a quanto ho visto.

La mia epifania è il perenne sorriso a 45 denti di Dave Grohl. Sorride anche quando dedica These Days, agli amici di un tempo che ci sono ancora e anche a quelli che non ci sono più. Nessuno fa nomi, nevermind abbiamo pensato tutti la stessa cosa.

Best of you, ci lascia prima dall'encore. Sfiorate le due ore e mezza di concerto, rientra solo Dave sullo stage. Ci amano tutti, e tantissimo, e si siamo un pubblico stupendo incastonato in una cornice fantastica. 
Intona tutto solo Times like these. Gioia, tripudio e gaudio. 
Il resto della band rientra sul palco, con Bob Mould al seguito, commosso dalla dedica speciale di mr. Grohl "my Hero, i've started to play music because of him".
Dear Rosemary registrata assieme a lui, conclusa con una jam blues, lunga, sinuosa, tutta atmosfere calde e fumose. Che nonosatnte qualche lamentela da parte forse, di una parte pubblico più mainstream, rappresenta il capolavoro nel capolavoro. 

È l'apice e la fine inevitabile. Ma è bellissimo. 
Brakdown di Tom Petty, che se non fosse stato per l'austriaco allampanato e col baffone a manubrio accanto a me non l'avrei mai capito.
Grazie, grazie e grazie ancora. Il nirvana balena  con l'ultimo pezzo, l'inno foo della mia generazione, Everlong.
Finisce inevitabilmente, ma in che spettacolare modo. Qualcuno dietro a me piange addirittura.

Quello che suonava con i Nirvana e che adesso ha un'altro gruppo saluta tutti e sorride di gusto. Ci ringrazia di essere venuti, ci chiede se torneremmo a sentirli. Anche se dovessimo aspettare un po' di tempo perchè "what the fuck guys, we'll have to come to play more often in Italy cause youre fucking awesome".

Ma certo, d'altronde ho aspettato tanto per vedervi, everlong, più o meno.

Marco Bidin

 
 

SET LIST
Scoperta (a postumi e posteriori) grazie a questo utilissimo sito.

1 White Limo  
2 All My Life  
3 Rope  
4 The Pretender  
5 My Hero  
6 Generator  
7 Learn to Fly  
8 New Way Home  
4 Walk  
5 Cold Day in the Sun  
6 Arlandria  
7 These Days  
8 Aurora  
9 Monkey Wrench  
10 Hey, Johnny Park!  
11 This is a Call  
12 In the Flesh?  (Pink Floyd cover)
13 Best of You

Encore

14 Times Like These  (Dave solo)
15 Dear Rosemary  (with Bob Mould)
16 Breakdown  (Tom Petty and The Heartbreakers cover) (with Bob Mould)
17 Everlong  

 
 
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