Elio e Le Storie Tese Live Report

Martedì 31 Luglio - Venice Sherwood Festival 2012

2 Agosto 2012

Chi può avere così tanto coraggio e faccia tosta da fare una cover di Baba O’Riley e poi farla passare per una canzone di un pasticcere che ha fatto male il suo lavoro? Solo gli Elii, che aprono il concerto di Mestre con una Babà Oribly cantata da Rocco Tanica. Eccoli finalmente sul mainstage: dopo il rinvio di due settimane fa, può cominciare il delirio progressive-metal-samba-comedy-core-gore-psycho rock del gruppo milanese.

Si parte con Burattino senza fichi, una delle tante storie di sofferenza e frustrazione che gli Elii sanno dipingere sapientemente con il loro gusto musicale e il talento poetico di Elio, aiutato questa sera da uno special guest di rilievo: un pollo di gomma che in alcuni momenti ha persino messo in ombra con il suo grande carisma l‘intera immagine della band.

Pollo ha un ruolo fondamentale anche in Gargaroz: i riferimenti e le citazioni delle performance del grande shredder romano Richard Benson e delle sue svisate infernali si sprecano. Il Pollo ci sa davvero fare.

Il momento in cui si fa sul serio però arriva presto: gli Elii sanno quando bisogna fare sul serio, e infatti affrontano un argomento che, a detta loro, sono stati i primi a portare alla luce del sole in Italia. Si parla di Omosessualità, iniziata con un blues e trasformata poi nella classica versione hard rock, a cui segue una breve parentesi in cui Rocco Tanica dimostra tutta la sua tolleranza e accoglienza per gli omosessuali. Ad Heavy samba succede un brano dedicato agli Area, che è un esperimento progressive pieno di cambi di tempo e campionamenti della voce di Demetrio Stratos.

Non mancano le frecciatine dirette ai politici e qualche parola spesa in difesa dell’informazione libera, soprattutto quella riguardante la pornografia di nicchia, a rischio censura da un sistema corrotto e ottuso. Ed è per rivendicare la liberta di poter usare il proprio corpo come si vuole,che gli Elii continuano con il brano che dà il nome al tour, Enlarge your penis: una canzone che è a dimostrazione di come questa band sia attenta ai giovani e ai loro problemi di spam e dimensioni insoddisfacenti.

C’è spazio anche per i proletari lombardi che combattono per un Abbecedario, o per avere un angolo di verde nella loro città (Parco Sempione), magari però senza i fricchettoni che rompono i maroni con i bonghi. Una delle canzoni preferite dagli ambientalisti urbani.

Elio è sempre capace di stupire il pubblico, ma questa volta ha voluto esagerare: Rock and Roll in versione acustica (o almeno l'inizio) sono cose che si vedono una volta nella vita, come il bosone di Higgs, o una reunion dei Jalisse

Momenti di nostalgia con la coppia vintage La bella canzone di una volta e Discomusic, che permette finalmente a Mangoni di poter indossare i suoi stivali in paillettes rosa, il sogno proibito di ogni fan.

La prima parte del concerto si conclude con La visione e la cavalcata chierico-dance Born to be Abramo, che è stata al centro di una grande bagarre giudiziaria dopo il plagio nel '78 da parte di Patrick Hernandez.

La fine del concerto (che purtroppo prevede solo due canzoni) comincia con un brano cantato in inglese dalla bravissima Paola Folli, che da qualche anno segue in tour Elio e il suo complesso (inteso come band, ma forse anche come problema).

Prima di concludere però, il maestro Pollo di Gomma dà prova un'altra volta della sua capacità vocale, improvvisando un assolo di voce sulle note di Smoke on the water: è l'elemento fondamentale della band, si parla già di una collaborazione prolungata.
Il concerto si chiude con l'immancabile Tapparella, il capolavoro degli Elii che rappresenta anni di aranciate amare, pomiciate mancate e odore da ascelle durante gli anni delle medie. L'inno agli ormoni insoddisfatti e di amicizie di cortesia, la colonna sonora dei traumi adolescenziali con il baffo.

Che dire poi della band: Nicola Riccardo Fasani (nome d'arte Faso) è come sempre una macchina da groove di quelle che manco all'Ikea o dai cinesi riesci a trovarne una simile; Cristian Meyer è preciso come un uovo di cioccolato svizzero; Cesareo è sempre Cesareo; Jantoman che come sempre racimola tonnellate di reggiseni e mutandine grazie al suo charme irresistibile; Rocco Tanica si dimostra un grande cultore della cultura culturale e delle culture di culti, è praticamente un'enciclopedia vivente che sa dare ai concerti il tocco di Piero Angela che manca; Elio interagisce bene col pubblico e le sue urla a caso, e per finire Mangoni: rapper, omosessuale, vittima del rock, impiegato sfruttato, disco-dancer, fricchettone, coso vestito di bianco con una scopa in mano... passa la maggior parte del suo tempo in gabbia, perché, a detta di Elio, è pericoloso e morde: probabilmente sotto effetto della droga che rende zombie. Un architetto dalle mille personalità, inquietanti e conturbanti allo stesso tempo, sempre disposto a sacrificarsi per la causa del rock and roll, un vero animale da palco... che va tenuto al guinzaglio.

Chi non è venuto, è un vitello dai piedi di balsa.

 
 
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