Roy Hargrove Quintet live @ Sacile (PN)

(Flashback) Cinema Torresino (PD): tutto comincia qua..serata piovosa..manchiamo il concerto dei Digital Primitives però, relegato in un angolino sul tavolo all'ingresso, quasi imbarazzato di esser la, notiamo prima distrattamente poi in un palpitante crescendo un flyer del concerto dei Roy Hargrove Quintet a Sacile (PN):Roy Hargrove????!!! a Sacile??? si va!!! Parliamo di uno dei più virtuosi trombettisti di jazz al mondo: decine di albums, grammy awards (con l'album "Crisol Habana") collaborazioni multistyle con Buckshot Lefonque, Erykah Badu, D'Angelo, Common..già ci vediamo osannando un assolo, oppure uno standard di jazz ridefinito in funk..o anche solo respirare quell'afroamericanicità che fa uscire il soul in tutti noi.
Si scopre che il concerto è un recupero di quello, annullato, dell'edizione 2011 della rassegna "Il Volo del Jazz" organizzata dall'associazione culturale ControTempo al Teatro Zancanaro di Sacile.  
Ore 21.10 la band entra..perfetto orario..silenzio scende..poi Roy, occhiali scuri, abito sartoriale, batte il tempo..one, two, three,...dundun-dundun, bum, ba doobedoodoobebop..fiumi di note iniziano a sgorgare, complicità di sguardi, tante serate insieme, quintetto in formazione a pentagono: contrabasso al vertice alto, piano + batteria ai due lati, Roy H e Justin Robinson (tromba e sax rispettivamente) alla base.
Inizio con "The Lamp Is Low", dopo il primo assolo Roy si defila, osserva immobile la band, mima le note per il prossimo virtuosismo, si passa senza sosta al secondo brano la tromba come una bussola puntando, come un nord sonoro, l'assolo di turno; nella standard "Close Your Eyes" sincronismi impeccabili ed ora la giovane sezione ritmica libera di svettare..nessuna parola, energie futili (vero cari politici??), solo sguardi e cenni.
"Like That" da apoteosi, 14 minuti che ci spingono alle frontiere del jazz attuale.  
Poi un ritorno alla tradizone del jazz: stardards, be-bop, hard-bop, post hard-bop tutto è ristrutturato, riarrangiato, ridefinito con tecnica impeccabile..veicolo del Dio del suono anche un cellulare che non si vuole spegnere e invece, inconsapevole, genera un'altra base ritmica sulla quale lasciar scorrere nuove note.   
Osmosi con il pubblico per la canzone dedicata "à l'arrèt de la ligne quatre": "Strasbourg - Saint Denis" (Earfood, 2008) definita dallo stesso artista " A Very Strange Place"..con assolo finale di 3 minuti e Montez Coleman che perderà pure una bacchetta.
Congedo, dopo due ore suonate "à bout de suffle", con l'inedita e celestiale "Soulful", Roy ci presenta la band in anglo ("..on the piano") - franco (..à la batterie) - italiano (?) ("...Trumpettista"), con Ameen Saleem a dissolversi per ultimo dialogando con la sala..restiamo con il fattore "benessere-per-cinque-giorni" nostro precisissimo indicatore della qualità di un concerto.
Abbiamo accesso ai camerini..in tensione frullano decine di possibili domande ed esistenziali problemi tipo "lo chiamo Roy o Mr Hargrove?" poi in realtà ci troveremo di fronte un artista allo stremo delle forze, che paga il suo tributo per generare ricchezza sonora di tale intensità, il rispetto prevale e ne esce solo un "God Bless your Hands".
Il destino sembra in qualche modo premiarci perchè il pianista Sullivan Fortner ci concede invece una chiaccherata "very cool"e nel mentre avremo anche modo di essere tra i pochi fortunati ad assistere (e registrare) ad un aftershow non previsto: l'instancabile batterista Montez Coleman suonando ora su un Fazioli (..ci permettiamo forse meglio del suo collega..) la standard "Hindsight" di Cedar Walton.
Il sipario si chiude con tutta la band intorno al piano, clima rilassato..rientro a Padova nel cuore della notte emotivamente appagati, possiamo dire "noi c'eravamo".
Gli inviati Al P and Angie C     

Roy Hargrove Quintet are:

Roy Hargrove : Tromba
Justin Robinson: Sax Alto e Tenore
Ameen Saleem: Basso
Sulivan Fortner: Piano
Montez Coleman: Batteria