Recensione e intervista a Tito Faraci

"Senza sangue", Faraci e Ripoli

Faraci e Ripoli reinterpretano a fumetti il celebre romanzo di Alessandro Baricco

20 Gennaio 2012

Da un romanzo di Alessandro Baricco
Sceneggiatura: Tito Faraci
Disegni: Francesco Ripoli
Cover Design: Giorgio Cantù
Grafica: Luca Bertelè
Editing: Alta fedeltà, collana di Edizioni BD srl (Milano) 2010

Una prefazione limpida e semplice di Dario Voltolini, la sceneggiatura morbida e decisa di Tito Faraci, la matita asciutta e sobria di Francesco Ripoli, un romanzo breve e dal carico emotivo considerevole, uno scrittore altrettanto interessante quale è Alessandro Baricco : ingredienti che mescolati tra loro hanno dato origine a questa delicata graphic novel in bianco e nero.
La storia rappresentata rimane molto fedele al romanzo di Baricco sia nei contenuti sia nell’impostazione, infatti così come nel romanzo, anche qui abbiamo una scansione molto netta della trama narrativa in un primo e secondo tempo, intervallati da un rapidissimo interludio. Nel primo tempo, una fattoria nel bel mezzo di una campagna fornisce lo sfondo per la vicenda di un uomo che si sta dando da fare per mettere in salvo i suoi figli (un maschio ed una femmina). Presto veniamo a conoscenza del motivo per cui il nostro uomo, Manuel Roca, deve proteggere i suoi figli: quattro uomini stanno avanzando minacciosi a bordo di una macchina con l’obiettivo preciso di ucciderlo: si tratta di un conto in sospeso da risolvere.
Ed ecco che la sparatoria che ci aspettavamo non si fa attendere, strappando la vita a Manuel Roca e al figlio che aveva tentato di salvarlo. All’appello però manca la bambina, che se ne sta nascosta nella botola in cui il padre le aveva ordinato di nascondersi, e vi è ancora rannicchiata quando uno degli assassini, alzandone il coperchio, la scopre.
Pochi attimi e quel coperchio viene richiuso senza esitazioni: il carnefice ha salvato la sua vittima.
Un breve interludio prepara poi l’entrata in scena del secondo tempo, che tiene i riflettori puntati su Nina (ormai diventata una donna bellissima, se pur non più giovane) che reincontra colui che era stato responsabile allo stesso tempo dello sterminio della sua famiglia e della sua salvezza.
Lei lo invita a bere un caffè, e i due con l’occasione iniziano un lunghissimo viaggio a ritroso nella memoria che non mancherà di condurre a quell’episodio che ha violentemente cambiato la vita di entrambi. Una situazione paradossale che porterà ad un epilogo quasi degno di una fiaba, ed il tutto viene rappresentato con una naturalezza che non manca di stordire e ammaliare il lettore. Un inizio ed una fine che si scambiano continuamente ruoli e personaggi, come a suggerirci che la vita è un cerchio che si apre, spesso ritorna a dei momenti ben precisi, ma di certo non si chiude, non si sofferma mai in un punto senza poi ripartire. E’ un cerchio, per l’appunto.
Le immagini scorrono veloci e decise come fossero diapositive, i disegni sono precisi in quel gioco di luci ed ombre che conferisce uno spessore affascinante ad una rappresentazione che non ha alcuna sbavatura o eccesso; spesso l’atmosfera è volutamente lasciata in sospensione, effetto dovuto anche alla frequente assenza di dialoghi che lascia spazio a sequenze di tavole mute: il lettore è inevitabilmente coinvolto in un meccanismo empatico e riflessivo. Colpisce molto la delicatezza che contraddinstingue tavole e sceneggiatura anche negli episodi più violenti o strettamente fisici; questa dolcezza, che permea tutta la graphic novel in questione, contribuisce a rivestirla di un’eleganza a tinte profonde, così da renderla di facile e gradevole lettura per chiunque.

 
 

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