Flaming Lips: conoscersi senza essersi mai incontrati

La magia di un gruppo. In poche parole.

27 Aprile 2012

Come si può spiegare, con le parole, la magia di un gruppo come i Flaming Lips? Che parole si devono usare per descrivere qualcosa che non si può circoscrivere, ma al contrario, si apre a così tante possibilità da riuscire a seguire più direzioni in una volta sola?

Quando si parla di Flaming Lips, questi sono aspetti da tenere a mente. Perché non ci stiamo riferendo a degli artisti che ormai hanno trovato la loro strada e la continuano a seguire. Al contrario. I nostri sono dei veri e propri esploratori che non si arrendono mai al c’è già stato, meno ancora al non può essere”.
Quando si sono misurati con pezzi di altri, ad esempio, facendolo con una buona dose di sapienza e sfrontatezza, senza fare troppi calcoli.
Ma non per mancanza di rispetto nei confronti degli autori di quei brani, tutt’altro. Waiting for superman di Iron and Wine ha tutta un’altra consistenza eseguita da loro. Già l’originale sarebbe bastato, invece...
Con band popolarissime come i Queen, nell’occasione della rivisitazione di Bohemian Rapsody hanno fatto lo stesso. Per la discussa opera di rivisitazione dell’intero Dark side of the Moon dei Pink Floyd, l’album che stabilì il record di permanenza nelle charts inglesi, qualcosa tipo 741 settimane, sono stati criticati al massimo. Per lo più da gente che non li conosce e che naturalmente non ha mai sentito neppure quel loro lavoro. Quell’integralismo che conosciamo bene, e di cui ci siamo occupati più volte. Soprattutto quando si parla di cinema, in verità. Ma l’attitudine è la stessa. Giudicare per sentito dire, senza essersi presi la briga di andare a verificare.

All’attivo hanno qualcosa come tredici dischi in studio (mi piace chiamarli così, anche nell’era digitale), una serie infinita di Ep e alcuni strani progetti, con svariate collaborazioni.
Il salto di qualità lo fanno nel 1999 con The soft bullettin, il primo disco registrato con una major. Ma già dal precedente Zireeka avevano non poco attirato l’attenzione su di loro.
Dalla copertina in poi, nei loro album c’è tutta la creatività e la genialità di un collettivo di artisti che pensa alla musica in maniera totale e per questo aperta ad ogni tipo di contaminazione. Che può essere le tecnologia, l’utilizzo di visual o veri e propri cortometraggi che vengono proiettati durante i loro concerti, con vere e proprie performance che dal vivo riescono a coinvolgere sul palco un numero imprecisato ma corposo di figuranti rendendo ancora più visionaria l’esibizione.
Trovate come attorniarsi degli eroi dei fumetti americani, esplosioni di colori, e addirittura una gigante palla trasparente all'interno della quale si colloca il carismatico Wayne Coyne, leader della band, con la quale va letteralmente incontro al pubblico, fino a farsi trasportare sopra le mani di migliaia di persone.
Chi ha avuto modo di assistere ai loro concerti credo concorderà con me.
C’è un’energia, una forza smisurata in tutto quello che fanno. Ma anche la leggerezza di chi non si compiace di se stesso. Tutto appare molto spontaneo e naturale, anche i giochi di luci e gli innumerevoli colpi di scena, che rapiscono il pubblico intero. Non si ha mai la sensazione del costruito, al contrario.

Ho sempre pensato che avrebbero trovato un posto accogliente in un Festival come il nostro, e che sarebbe stato il luogo ideale per una loro performance. Prima o poi ci si incontra, che si venga da una parte o da un’altra. Tra simili.
Visionari, sognatori, mai arrendevoli, in prima fila contro la guerra e il nucleare, impegnati su temi ambientalisti. Con una voglia pazza di vivere e di farlo gioendone.
Che sia proprio il posto giusto per loro, Sherwood Festival!

Nota Bene
I Flaming Lips saliranno sul palco dello Sherwood Festival Martedì 10 Luglio 2012 in accoppiata con i Verdena.
Puoi acquistare i biglietti senza diritti di prevendita qui

 
 

Links Utili:

www.flaminglips.com

 
 

Articoli correlati

loading... loading...