Lee Ranaldo - Between the times & the tides

Gli orfani dei Sonic Youth non hanno ancora avuto tempo di soffrire troppo: prima l'album solista di Thurston Moore, Demolished Thoughts, e ora questo di Lee Ranaldo hanno colmato il vuoto.  Between The Times & The Tides è uno splendido esempio di come sia possibile scrivere belle canzoni d'autore, dirette e suggestive, bilanciando con intelligenza la componente melodica e l'attenzione per il suono.

Experimental folk-singer, così lo stesso Ranaldo ha descritto la condizione artistica di questo momento, e non poteva trovare definizione migliore.

La sua vita precedente di chitarrista sperimentatore con i Sonic Youth si sente nella costruzione delle atmosfere, nelle scelte sonore, negli arrangiamenti, ma sempre nella giusta dose e senza estremismi, mentre il cuore melodico delle canzoni diventa assolutamente importante. Canzoni che, infatti, potrebbero reggersi anche chitarra e voce, ma che Ranaldo veste con eleganza e “leggerezza”, vicinissime ai R.E.M., insieme al produttore John Agnello (anche lui vecchia conoscenza) e una manciata di musicisti da brividi, come i chitarristi Nels Cline (Wilco) e Alan Licht, l'amico Steve Shelley e il tastierista John Medeski, senza contare i piccoli cameo del batterista Bob Bert e del multi-strumentista Jim O'Rourke.

Alternando l'energia della band elettrica all'intimità del solo acustico, tra rock, psichedelia e quel tocco di pop che non guasta, Between The Times & The Tides è il disco maturo di un musicista che è già entrato nella storia ma prova a rimettersi in gioco. Forse nel complesso si può fare anche di meglio (o forse pretendiamo troppo), ma Waiting On A Dream, Shouts e Stranded sono davvero buonissime canzoni.