Torna ad echeggiare il ruggito delle Tigri più temute delle Indie, grazie alla penna di Paco Ignacio Taibo II, in un’avventura dal sapore antimperialista

Ritornano le Tigri della Malesia - Paco Ignacio Taibo II

Tropea, 2011

11 Aprile 2012

Recensione

Forse i più giovani non hanno più nel loro immaginario così viva la figura di Sandokan e delle famigerate Tigri della Malesia, nonostante il nome non possa non far scattare qualche vago ricordo. Certo è che la saga di Emilio Salgari rappresenta uno snodo obbligato del romanzo d’avventura, anche se spesso relegato con i suoi eroi ribelli al rango di letteratura minore. Ben venga dunque questo omaggio, sopratutto se firmato da Paco Ignacio Taibo II, che giunge a pochi mesi dalla ricorrenza del centenario della morte di Emilio Salgari, suicidatosi il 25 Aprile 1911.

Ritornano le Tigri della Malesia possiede uno stile che si riconosce completamente nella saga originale ma che attraverso gli aggiustamenti dello scrittore spagnolo e comunista Taibo II cambia radicalmente. I nostri fidati eroi, il principe malesiano Sandokan e il suo fratello di sangue il portoghese Yanez de Gomera, lasciato lo spazio delle avventure per ragazzi acquistano, oltre ad un linguaggio decisamente più colorito, anche qualche ruga e diversi capelli bianchi, nonché una certo atteggiamento nostalgico.

I due pirati, che ritroviamo ormai alle soglie dei sessant’anni, pur senza aver perso l’ardore della gioventù si trovano a far fronte non solo ad un imponente complotto che vede messi in pericolo tutti i loro amici e conoscenti ma anche con un mondo che lentamente sta cambiando, un mare in cui l’isola di Mompracem non è che uno scoglio abbandonato e il passato un fantasma con cui inevitabilmente fare i conti.

Non è solo questa la differenza però, perché l’influsso della visione politica dell’autore e la passione per la saga salgariana fanno emergere spiccatamente l’istinto antimperialista e anticolonialista delle Tigri, facendo loro incrociare tra gli innumerevoli personaggi anche un’agguerritissima sopravvissuta della Comune di Parigi, mentre altrove il testo strizza l’occhio al Manifesto del Partito Comunista di Karl Marx ed Friedrich Engels.

Ma i personaggi e le citazioni che si incontrano sono innumerevoli in Ritornano le Tigri della Malesia. Basti pensare che le Sandokan e Yanez dovranno affrontare, tra fondamentalisti islamici e banchieri, nientemeno che il Dottor Moriarty, celebre antagonista di Sherlock Holmes

In questo e nel piegare alcuni avvenimenti storici e precedenti narrativi alla propria necessità, Paco Ignacio Taibo II dimostra una tenace e dichiarata aderenza all’incedere “anacronistico” delle opere di Salgari, come lo stesso autore fa notare sia all’inizio che alla fine del racconto.

Il libro si legge d’un soffio, data la brevissima struttura dei capitoli tipica del genere, ma non annoia mai. Risveglia la fantasia del bambino che ancora dentro di noi sogna di bandiere pirata e abbordaggi, di duelli e d’onore, mettendolo in connessione con il rifiuto per le ingiustizie, i soprusi e le volgari violenze di boriosi padroni e padroncini.

Un abile tentativo, insomma, per cercare di capire come questo autore sia stato di stimolo per generazioni di rivoluzionari e sognatori.

 
 

Titolo: Ritornano le Tigri della Malesia
Autore: Paco Ignacio Taibo II
Editore: Marco Tropea
Anno: 2011
Pagine: 351
Prezzo: 16,9 €

 
 

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