L'esibizione bossiana della canottiera come chiave per capire il mondo leghista

La canottiera di Bossi - Marco Belpoliti

Guanda, 2012

29 Marzo 2012

Ultimamente si stanno moltiplicando i saggi che affrontano il problema del successo elettorale e di immaginario della Lega Nord andando oltre la mera analisi politica e mettendo in campo strumenti di ricerca diversi e più sofisticati. Dopo L’idiota in politica dell’antropologa Lynda Dematteo, ecco quindi La canottiera di Bossi di Marco Belpoliti (già autore, sempre per i tipi di Guanda, del fortunato Il corpo del capo su Berlusconi), in cui il segretario della Lega Nord è oggetto di un interessantissimo studio semiologico-iconografico.

Bossi, con il suo look disordinato, l’inclinazione al turpiloquio e i suoi celebri gestacci, secondo Belpoliti incarna lo stereotipo del vitellone da Bar-Sport di provincia un po’ attempato e inconcludente (prima di entrare in politica era stato anche cantante da balera, arrivando fino al Festival di Castrocaro) che però è riuscito, per un lungo periodo, a rappresentare l’“inconscio collettivo” (così già Jung su Hilter) di una parte significativa del Nord Italia.

Belpoliti mostra dunque come Bossi abbia rivoluzionato, a fine anni Ottanta, l’immagine ingessata del politico della Prima repubblica (si pensi ad Aldo Moro o a Berlinguer), estremizzando alcune tendenze anticonformiste già presenti, in senso edonista, nei leader socialisti, Craxi in testa. L’attenzione dello studioso, come detto, si rivolge all’abbigliamento e alla gestualità del leader leghista, in particolare sulla celebre canottiera, di cui viene ricostruita la storia, dai proletari dell’Ottocento a Marlon Brando e Fabrizio Corona, che Bossi indossa in una celebre foto del 1994 e con cui ancora ogni tanto si mostra in pubblico. La canottiera, per Belpoliti, ha racchiuso per molto tempo il segreto del successo di Bossi, basato per l’appunto sull’ostentazione orgogliosa ed energica di essere uno “del popolo”. Oggi, dopo l’ictus, l’ostentazione è rimasta, ma ha cambiato senso: secondo l'autore il Senatúr, facendo pubblica esibizione delle difficoltà motorie e verbali lasciategli dall’attacco, sta avviandosi verso una sublimazione della propria immagine simile a quella che ha caratterizzato Giovanni Paolo II e che ha il suo modello nei santi medievali.

Il libro è quindi caldamente consigliato, non da ultimo perché contiene interessantissimi excursus su indumenti e gesti  tipici del repertorio bossiano (la canottiera, il gesto dell'ombrello, il gimme-five etc...) la cui storia e simbologia è spesso molto più ricca di quanto potremmo sospettare.

 
 

TITOLO: La canottiera di Bossi

AUTORE: Marco Belpoliti

EDIZIONE: Guanda

COLLANA: Le fenici rosse

ANNO: 2012

PAGINE: 105

PREZZO: 10 €

 
 
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