ReadBabyRead #68 del 12 aprile 2012

Edgar Allan Poe: "La lettera rubata" (2/2)

12 Aprile 2012

Edgar Allan Poe



La lettera rubata (parte 2 di 2)





per info su Franco Ventimiglia e Claudio Tesser:
www.letturaealtricrimini.it

Legge: Franco Ventimiglia


Jorge Luis Borges
Introduzione a La lettera rubata


All'opera scritta di un autore dobbiamo spesso aggiungerne un'altra forse più importante: l'immagine che di quest'uomo si proietta nella memoria delle generazioni.
Byron, ad esempio, è più duraturo e più vivido dell'opera di Byron. Edgar Allan Poe è più visibile ora di qualunque pagina da lui scritta, e assai più della somma di tali pagine.

Vi sono due scrittori americani senza i quali la letteratura del nostro tempo sarebbe inconcepibile, o almeno molto diversa da quella che è: Poe e Walt Whitman. Da Walt Whitman procedono il verso libero, l'amore per le folle e per le imprese della nostra epoca indaffarata.
Non meno ricco l'influsso di Poe, e assai più diversificato. Il concetto di arte come operazione dell'intelligenza e non come un dono dello Spirito venne formulato per la prima volta nel suo The Philosophy of Composition, che è del 1846, e si prolunga in Baudelaire, nel simbolismo e in Paul Valéry.
Cinque anni prima aveva pubblicato Murders in the Rue Morgue, che inventa il genere giallo e la cui progenie è innumerevole. La sua miglior prosa va cercata nel racconto fantastico, cui aggiunge una premeditazione e un rigore che fino allora non erano propri del genere.
Qualcuno lo accusò di imitare i romantici tedeschi. Poe replicò: "L'orrore non appartiene alla Germania; appartiene all'anima." Appartenne anche al suo destino.

Nacque a Boston nel 1809. Figlio di attori girovaghi, amava sognarsi discendente di un'antica stirpe normanna; tale anelito romantico non è meno reale delle povere circostanze della sua nascita. Orfano in tenera età, fu raccolto da un uomo d'affari, John Allan, di cui prese il cognome.
Coi genitori adottivi si recò in Inghilterra; gli anni che passò come alunno interno in un vecchio collegio si possono indovinare nello strano racconto William Wilson, in cui si gioca col tema del doppio. Meno credibile per quanto riguarda il viaggio in Russia, che occupò una parte tanto vasta nel suo dialogo. Tornato in patria studiò all'Università della Virginia, dove frequentò, col rischio prevedibile, la compagnia di bari. Poi sarebbe venuto I'alcool.
Nel 1827 si arruolò nell'esercito e fu cadetto all'Accademia Militare di West Point. Aveva già cominciato a pubblicare, senza alcun successo. La sua volontaria negligenza fece sì che lo congedassero.
Nel 1835 sposò la cugina Virginia Clemm, di tredici anni. A quanto pare il matrimonio non venne consumato. Nel 1845 la moglie morì di tubercolosi. Le circostanze sono complesse; si è detto che Edgar era innamorato della madre, Maria Clemm, e non della figlia. Durante questi dieci anni eseguì la parte migliore delle sue opere.
Vedovo, cercò l'intimità di altre donne, che gli ispirarono indimenticabili poesie.
Più di una volta il solitario disingannato pensò a quella porta aperta, il suicidio.
Perduto nei deliri dell'alcool morì in un ospedale di Baltimora. Un compagno di corsia avrebbe ricordato le sue ultime parole; erano quelle di uno dei suoi personaggi, il naufrago la cui morte sognò in Arthur Gordon Pym (1838), libro che prefigura Moby Dick ed è come un incubo del colore bianco. (Arthur Gordon Pym evidentemente una variazione di Edgar Allan Poe).

Le nevrosi e la povertà di Poe furono, indubbiamente, sventure, ma la vita gli concesse un'incessante felicità: l'invenzione e l'esecuzione di un'opera splendida. Si potrebbe anche dire che la sventura ne fu il necessario strumento.

Tranne che per qualche sfortunata incursione nel genere umoristico, la parola incubo è applicabile a quasi tutta la narrativa di Poe. Per questo libro abbiamo scelto quattro dei suoi racconti e il giallo The Purloined Letter. A differenza dei posteriori racconti di Wells, MS Found in a Bottle non vuoi sembrare veridico, ma è altrettanto concreto e possente delle allucinazioni; in The Facts in the Case of M. Valdemar l'orrore fisico si aggiunge ali'orrore del soprannaturale; in The Man of the Crowd i temi centrali sono la solitudine e la colpa; The Pit and the Pendulum è un'esaltazione graduale del terrore.
Il signor John Allan, al quale il figlio adottivo dette tanti giustificati dispiaceri, non sospettò mai che gli avrebbe anche dato un nome immortale. Ho scritto all'inizio di queste pagine due grandi nomi americani, Whitman e Poe. Il primo, come poeta, fu infinitamente superiore al secondo; ma ora Edgar Allan Poe è molto più vicino a me. Quasi settantanni fa, seduto sull'ultimo gradino di una scala che non esiste più, lessi The Pit and the Pendulum; ho dimenticato quante volte l 'abbia riletto o me lo sia fatto rileggere; so che non sono arrivato all'ultima e che ritornerò nel carcere quadrangolare che si restringe e nell'abisso del fondo.

da: E. A. Poe, La lettera rubata, Franco Maria Ricci, La Biblioteca di Babele, 1979


Le Musiche, scelte da Claudio Tesser



Rosamunde Quartet, Langsamer Satz fur streichquartet (Anton Webern)        
Rosamunde Quartet, String Quartet n.2 (Dmitrij Šostakovič)
Rosamunde Quartet, String Quartet n.4 (Emil Frantisek Burian)

 
 

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Un ritratto di Edgar Allan Poe

 
 

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