Gli ultimi quattro difficili anni del centro d'arte

Berlino Kunsthaus Tacheles

23 Marzo 2012

Il Tacheles è uno stabile in una delle vie più belle di Berlino, Oranienburgerstrasse, una casa d’artisti, Kunsthaus; centro d’arte indipendente che ha attirato talmente tanti visitatori da essere una meta fissa delle guide turistiche e un simbolo imprescindibile della città. Beh, il Tacheles potrebbe non esistere più.

A raccontare quello che sta succedendo lì è l’artista veneziana Barbara Fragogna. Pittrice dal 2007 al Tacheles, e dal 2008 curatrice della galleria al quarto piano dello stabile, nel corso del tempo, per il centro, vera e propria portavoce.

La casa d’artisti esiste da vent’anni. Prima autogestita e autofinanziata - musicisti e artisti entrati alla caduta del Muro - poi con il vecchio proprietario, gestita con un contratto scaduto nel 2008. Essendo il gruppo immobiliare fallito, lo stabile è passato in attesa di un’asta pubblica alla banca Hsh Nord Bank, suo creditore. Gli artisti per i quali si apriva come unica prospettiva quella di andarsene hanno deciso di resistere.

Con una campagna del fotografo Petrov Ahner “I Support Tacheles”, hanno raccolto 150 mila firme e 1.500 foto. Solidarietà arriva dalla Bbc, dal New York Times, ne hanno parlato dal Latino America alla Corea. Ma non basta. La situazione s’inasprisce in un’escalation d’avvenimenti: due incendi, uno a dicembre 2009 sulle scale, l’altro a gennaio 2010 alla galleria al quarto piano. Per reagire Fragogna & C. organizzano un’installazione e una grande mostra con i Bielorussi, con a capo l’artista simbolo del centro, Alexander Rodin.

Ad aprile 2011 gli artisti trovano, una mattina, costruito un muro che non permette più l’accesso dallo stabile al giardino del Tacheles. A fronte del muro della vergogna nella città del Muro, viene organizzata una grande manifestazione con mille presenze. Girano voci d’offerte di denaro agli artisti per andarsene, poi se ne vanno per davvero i gestori del mitico locale che sta sotto al Tacheles: Zapata.

Infine il pugno allo stomaco: il pool di avvocati che lavora per la banca pone in sequestro, adducendo un’ordinanza giudiziaria, al quinto piano le opere di Rodin e lo butta fuori a dicembre 2011. La corte giudiziaria smentisce il giorno seguente l’ordinanza. In risposta Alexander inaugura il 13 gennaio la mostra “Victmis of Bank”.

Le ultime notizie che arrivano sono legate alla possibile azione per murare l'ingresso dello stabile del 12 marzo ed ai sigilli posti ieri 22 marzo.

Silvia Gorgi

Foto di copertina di Emanuele Pagni

 
 
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