Guida intergalattica per attivisti, quinto episodio

di Carla Vitantonio

2 Maggio 2011

Sono le cinqueqquarantasette di lunedì mattina e non dormo.

Sono sicura di averlo fatto per almeno un paio d’ore, ma adesso niente, occhi sbarrati guardo il soffitto travi rosse vernice bianca. Non mi muovo. Spero che il sonno si degni di tornare da me. Invece ho già la testa attivissima come se fosse mezzogiorno.

G affianco a me dorme, abbracciato a tutta la mia invidia.

Penso che oggi ricomincio l’uni penso ai prossimi tour penso, in fin dei conti, che a me questi mesi sembrano lunghissimi, mi sembra che io e Francis abbiamo tantissimo tempo ancora e tanti chilometri e tante date soprattutto tante date però poi dentro di me lo so che il tempo è in realtà già quasi finito lo so che siamo arrivati pressocchè alla fine e questo mi mette addosso quella sensazione strana che accompagna le mie partenze: felicità ansia scoramento  paura e un poco di delusione nei confronti di me stessa, per non essere capace di restare.

Allora ecco sono le cinqueqquarantasette di lunedì mattina, probabilmente sono anche già le cinqueqquarantotto e penso a Francis, che tanto per cominciare a capirci io lo posso chiamare così ma gli altri no, che lo chiamino Papaleo o quello che vogliono loro, Francis è una prerogativa mia. Penso a Francis e a questa fase duepuntozero della nostra escheriana turnè, penso a quando siamo partiti venerdì per Reggio nell’Emilia e io ero stanchissima, stanchissima davvero, che il giorno prima c’era stato il viaggio a Parma e la favolosa nottata alla biosteria, e lui pure era stanchissimo, però siamo partiti lo stesso per andare a fare lo spettacolo in mezzo all’Emiliaparanoica e siamo stati quasi zitti perchè non ce la facevamo, io poi avevo paura di non riuscire a fare lo spettacolo perchè a me tutto questo gira e rigira a volte mi fa proprio rincoglionire, non faccio in tempo ad entrare con la testa nell’atmosfera della turnè che già devo staccare per andare a fare la studentessa a scemenze politiche e poi devo studiarmi un’altra cosa per fare una marchetta, poi c’ho da rincorrere equitalia e il giorno stesso un pezzo di un altro spettacolo e il libro da ritirare in biblioteca e gli amanti che non si dovrebbero incontrare e invece si incontrano nel momento meno opportuno e poi cazzo questa settimana dovrò pure chiamare l’estetista perchè per fare la modella devo essere glabra come la guancia di una neonata.
Arriviamo al Lab AQ16, che io non c’ero mai stata, e mi sembra bellissimo, bellissimo davvero, il palcoscenico è attrezzato proprio come un teatro e ci sono il fondale le quinte roba che in genere io non vedo manco nei sogni, ci sono le persone gentili disponibili c’è Lasere che prepara la pasta al tonno c’è un cane bellissimo tenero che è grosso come un cavallo e sa togliere i tappi alle bottiglie c’è Francis che ancora una volta mi insegna che per non farsi prendere dal panico è meglio mettersi con le mani a fare qualcosa e così fa lui, e finisce che pure io lo faccio perchè sono proprio persa dentro i pensieri della stanchezza e anche dentro l’idea che l’ultima volta che avevamo fatto lo spettacolo era a L’Aquila, e mi è tornata dentro tutta la tristezza.
Non conosco quasi nessuno ma Francis sì, molti ci aiutano ed arriva infine il momento dello spettacolo che a mio avviso io faccio malissimo, sono proprio depressa, non guardo manco Francis in faccia che non ce la faccio mi vergogno moltissimo. Invece non appena arriviamo nel camerino ecco che irrompono quattro o cinque compagni entusiasti che ci portano persino una birra come alle vere rock star e cominciano a parlarci fitto fitto dello spettacolo delle loro emozioni e di come nonostante ormai siano passati cinque mesi loro si siano emozionati assaissimo e questo e quello.
Mi viene da commuovermi, nel vedere queste persone giovani che si fanno entusiasmare dal teatro, e penso che sono proprio belli questi reggiani, ha ragione Lasere, sono proprio speciali sono proprio accoglienti sono proprio.
Ma nel giro di mezz’ora mi cala brutalmente l’adrenalina e Francis mi trascina via che sono uno straccetto. In macchina facciamo il nostro nuovo gioco segreto ma non ci riesce molto bene perchè siamo veramente devastati eppure io penso che è proprio questo limite così sottile che m’ interessa,  penso a tutte le cazzate che ho imparato in anni di teatro di ricerca, la sobrietà la castità l’attore che deve essere monastico per essere completamente dedito al suo ruolo e penso, appunto, che siano tutte cazzate, che una volta che io mi fossi sterilizzata dalla mia imperfettissima umanità, umori appetiti e stanchezza compresi, non rimarrebbe molto non ci sarebbe più cuore sarebbe forse uno spettacolo tecnicamente bellissimo ma sarebbe come guardare gli ingranaggi di una cosa meccanica. E come è ormai noto a me la meccanica non m’interessa.

Ma ecco siamo arrivati a Bologna piovono pietre ci promettiamo di studiare domani anche se è primo maggio ci promettiamo che occhei saremo produttivi perchè ci sono mille cose da fare ci promettiamo ci diciamo ci guardiamo ci.
E poi è primo maggio e io contravvenendo alla promessa vado in piazza a cercare tutti gli altri che mi mancano proprio, e c’è Lafla c’è Laire c’è Panta c’è Carlo ci sono tutti tuttissimi si balla la trash con diggei Parente piazza dell’Unità è oggi la piazza dove si può davvero festeggiare il primo maggio nonostante la storiaccia del vaticano che a me proprio non va giù, a essere sincera, vado in piazza rompendo la promessa con Francis e mi sento anche un po’ in colpa immaginandolo impegnato in uno studio matto e disperatissimo con le goccioline di sudore che si incastrano nel piercing ma cazzo, eccolo là che balla in piazza e fa lo scemo.

Buon primo maggio, a voi indomabili attivisti intergalattici.

 
 

Tratto da:
www.lucilleidi.net

 
 
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