una giovane voce femminile per il piĆ¹ emblematico dei racconti moderni

ReadBabyRead #66 del 29 marzo 2012

Herman Melville: "Bartleby lo scrivano" (5/5)

29 Marzo 2012

Herman Melville

Bartleby lo scrivano (parte 5 di 5)


per info su Franco Ventimiglia e Claudio Tesser:

www.letturaealtricrimini.it


Legge: Sarah Ventimiglia


Moby Dick nuota a Zuccotti Park
Melville, papà di Occupy Wall Street
 
La storia di «Bartleby lo scrivano»
letta pubblicamente a New York
 
Lavorava a Wall Street, in uno studio legale, efficiente e disciplinato e sempre ubbidiente al suo capo. Finché un giorno decise di rispondere, semplicemente: «Preferirei di no». È facile capire come mai la storia di Bartleby lo scrivano, racconto pubblicato nel 1853 da Herman Melville, sia stata scelta l'altro giorno per un'estemporanea e molto seguita lettura pubblica tra gli occupanti di Zuccotti Park a New York. Perché quel travet che all'improvviso decide di rovesciare le gerarchie, rifiutandosi di lavorare e occupando fisicamente il suo ufficio è in qualche modo il pioniere del movimento Occupy Wall Street.
 
Un antenato atipico per un movimento atipico: l'evento, organizzato da due librerie cittadine (Housing Works e McNally Jackson) e dallo scrittore Justin Taylor ha fatto sì che nella piccola improvvisata biblioteca creata dagli occupanti il testo di Melville sia subito diventato il più richiesto (ce n'erano soltanto due copie: ma l'ebook in inglese è scaricabile liberamente da computer e telefonini, i diritti sono abbondantemente scaduti). E se Bartleby è il pioniere del movimento Occupy Wall Street il suo autore, Herman Melville (1819-1891), di quegli occupanti è diventato il padre spirituale.
 
In fondo, di sfide impossibili a nemici giganteschi lui sapeva tutto: il suo libro più famoso, Moby Dick, parla proprio della caccia a una gigantesca balena bianca. Resta il «grande romanzo americano» per alcuni, per altri più semplicemente - a prescindere dal finale malaugurante per Occupy Wall Street - è la guida che racconta la nobile follia di dare la caccia a un nemico infinitamente più grande, più potente e più crudele di noi.
 
Matteo Persivale, 14 novembre 2011
[Corriere della Sera]


 “Bartleby! quick, I am waiting.”
  I heard a slow scrape of his chair legs on the uncarpeted floor, and soon he appeared standing at the entrance of his hermitage.
  “What is wanted?” said he mildly.
   “The copies, the copies,” said I hurriedly. “We are going to examine them. There”—and I held towards him the fourth quadruplicate.
  “I would prefer not to,” he said, and gently disappeared behind the screen.
  For a few moments I was turned into a pillar of salt, standing at the head of my seated column of clerks. Recovering myself, I advanced towards the screen, and demanded the reason for such extraordinary conduct.
  “Why do you refuse?”
  “I would prefer not to.”

Fin dalla sua pubblicazione nel 1853, "Bartleby lo scrivano" (Bartleby, the Scrivener: a Story of Wall-Street) di Herman Melville, “uno dei più bei racconti dell’epoca moderna”, sta iscritto come un enigma sulla soglia della letteratura americana. La figura scialba e “incurabilmente perduta” dello scrivano che ha smesso di scrivere, che rivendica l'ozio e il silenzio, contro tutte le pressioni dell'utilitarismo americano, ha letteralmente paralizzato i critici e tenacemente eluso ogni spiegazione.
La traduzione di Gianni Celati ce lo restituisce in tutta la sua freschezza, con una umoristica adesione ai tic di Bartleby, come ad esempio la sua celebre frase: "Avrei preferenza di no".
Qual è il messaggio che, senza mai proferirlo, egli sembra volerci significare con ogni suo gesto? E qual è il senso della formula che egli non si stanca di ripetere a ogni richiesta: “I would prefer not to”?
Una celebre lettura del personaggio di "Bartleby" viene offerta in "Bartleby, la formula della creazione", testo scritto da Gilles Deleuze e Giorgio Agamben, dove i due filosofi provano a misurarsi con l’enigma di Bartleby e a decifrare il senso della formula. In pagine straordinariamente dense l’autore dell’Anti Edipo scopre in Bartleby il paradigma della “natura prima” e, insieme, il rappresentante del “popolo a venire”; Giorgio Agamben legge nel “preferirei di no” dello scrivano la formula della potenza pura, l’algoritmo di un esperimento in cui il Possibile si emancipa da ogni ragione.
I due scritti, diversi ma percorsi da segrete rispondenze, ci offrono un felice esempio di quanto possa essere fecondo, al di là della sempre più palese insufficienza delle interpretazioni critiche, un autentico dialogo fra poesia e pensiero, fra letteratura e filosofia.

Considerato un precursore della letteratura esistenzialista e dell'assurdo, "Bartleby" anticipa molti temi dell'opera di Franz Kafka, in particolare Il Processo. Albert Camus cita Melville come una delle sue principali influenze in una lettera a Liselotte Dieckmann che fu pubblicata sulla French Review nel 1998.
Imitato, meditato e tradotto da alcuni dei massimi scrittori contemporanei, come Borges, Beckett, Michel Leiris, Georges Perec, Italo Calvino (che intendeva dedicargli l'ultima delle sue Lezioni americane), è anche una parabola sul lavoro di scrivere destinata a sconvolgere molte idee.

Nel 2009, lo scrittore francese Daniel Pennac legge il testo al Teatro Pépinière Opéra di Parigi per la regia di François Duval. Daniel Pennac ha letto Bartleby anche al Teatro Argentina nel 2010.


Le Musiche, scelte da Claudio Tesser

Antonio Ballista, Zâ (Franco Battiato)
Antonio Ballista, Alvide Maria Salvetta, Cafè-Table-Music (Franco Battiato)
Antonio Ballista, L'egitto prima delle sabbie (Franco Battiato)
Franco Battiato, Il giardino degli dei
Harold Budd, The Pearl (Harold Budd, Brian Eno)
Harold Budd, The Plateaux of Mirror (Harold Budd, Brian Eno)
Max Richter, H Thinks a Journey
Max Richter, Found Song for P
The Rolling Stones, Moonlight Mile (Mick Jagger, Keith Richards)

 
 

Logo di articolo:
La celebre frase di Bartleby "I would prefer not to" nell'immagine di un'insegna al neon tratta dal magazine spagnolo salonKritik (http://salonkritik.net).

 
 

    audio

loading... loading...