Maria Antonietta - Maria Antonietta

Picicca Dischi, 2012

25 Gennaio 2012

Questa è la mia guerra e questa qui è la mia bandiera”: una dichiarazione di poetica e di intenti per la giovane cantautrice pesarese, il caschetto fiammeggiante degli ex Young Wrists che apre questo 2012 con il suo secondo disco, il primo in italiano ed eponimo: Maria Antonietta. Data d'uscita? Il 6 gennaio, ovviamente, giorno in cui nacque il caschetto battagliero più famoso della storia: Giovanna d'Arco.


Invece di un destriero, una chitarra a tratti punk, a tratti ballad, la sua armatura nient'altro che una voce dolce e disperata. Un'eroina dei nostri tempi arrivata per cantare la guerra dei 20 anni che tutti noi combattiamo. A volte vincendo, a volte perdendo.

Il cantautorato femminile respira una boccata d'aria fresca e accoglie nella sua squadra una nuova promessa che spicca per originalità e varietà.


Balziamo da pezzi che potrebbero essere cantati da una Mina del 2012 (Estate del '93) alle atmosfere che ci ricordano una PJ Harvey in versione più soft (Motel), passando per il singolo, uscito a metà Novembre, Quanto eri bello: un motivetto pop di quelli che non riesci a non canticchiare per giorni e giorni, un ritmo di quelli che non riesce a farti restare immobile.


Con gli occhiali da sole sa di estati italiane anni '50 ed è forse l'unico momento in cui riusciamo a scorgere la mano di Dario Brunori (Brunori Sas) dietro la produzione di questo album. Saliva, a mio parere uno dei pezzi più belli dell'album, appare come quello più completo e pieno dal punto di vista strumentale: grazie alla dolcezza e intensità degli archi e dei fiati riesce a far arrivare quella tanto auspicata “pelle d'oca” che ancora mancava per poter parlare di completo eclettismo di questo album. Ma ciò che ritorna con più frequenza sono le grida rauche e incazzate come un memorandum, lì a ricordarci che la sua anima musicale è ancora ben radicata nel background punk, e che non sarà facile staccarsene completamente.

 

Ciò che rimane costante sono i testi, che sembrano essere pagine strappate da un diario segreto adolescenziale, parole dirette, semplici, frasi spezzate e difficilmente fraintendibili, in cui le descrizioni di feste si alternano a flussi di coscienza, confessioni, appelli alla religione, mea culpa, ricordi di anni passati, forse più spensierati o forse uguali al presente.

 

Unica nota dolente? Forse un po' troppo poserismo.
Come se fosse stato il suo nome d'arte a scegliere lei.

 
 

Links utili:
http://mariaantoniettamusica.tumblr.com
http://mariaantonietta.bandcamp.com
Maria Antonietta su FB 

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